
Mons.
Luigi Bettazzi, vescovo coraggioso:
sempre dalla parte dei più deboli,
la pace e il dialogo erano la sua forza,
ultimo testimone del Concilio
Mi
unisco, sia come aclista che a nome dell'Anpi, al collettivo cordoglio
per la perdita di un grande uomo, un riferimento per molte generazioni
di credenti e no, che sapeva parlare a tutti, sempre dalla parte dei
più deboli, coerente con l’insegnamento del Concilio Vaticano
II° e schierato sino alla fine per la Pace, contro la proliferazione
delle armi e l’invio di queste all’Ucraina.
L'ultima volta che ho incontrato mons. Luigi è stato l'8 giugno
2023 presso la sua residenza ad Albiano, ma quel giorno, malgrado mi
avesse dato appuntamento per una intervista, a seguito della sua indisponibilità
a venire a Chivasso, lo trovai stanco e non se la sentiva di parlare,
mi chiese di inviargli via mail le domande, tre per la precisione, che
mi avrebbe risposto. Quel giorno ad Albiano con me c'erano i giornalisti,
Michele Ruggiero e Luca Rolandi e il tecnico per la video registrazione
Roberto Veglio. Il giorno dopo come promesso gli inviai le domande
e lui mi rispose dopo un pò di giorni, ma lo fece.
Nel giorno del suo onomastico, mercoledì 21 giugno che è
anche l'anniversario dell'uccisione dell'arcivescovo Oscar Romero e
a un anno e un mese dall'invasione dell'Ucraina, nel teatro dell'oratorio
"Beato Angelo Carletti" di Chivasso, numerose persone hanno
voluto tributare un lungo e caloroso applauso di augurio al nostro monsignore
alla soglia dei 100 anni. Una serata che ha ripercorso la
sua lunga vita attraverso le pagine del libro " Ricordi vita e
pensiero in Luigi Bettazzi, firmato da Luca Rolandi e Michele Ruggiero.
Ho trovato interessante la sua risposta alla terza domanda sul tema
della Pace:
<< È necessario vivere la pace
nella propria vita personale e nell'impegno quotidiano, nell'attenzione
alle modalità per costruirla anche in tempi e fra mentalità
violente: la violenza non si vince con una violenza più forte,
ma con la nonviolenza, con il dialogo tra le parti e ricorrendo all'interposizione
tra i belligeranti che obblighino alla tregua ed alla ricerca della
pace.>>
Ha vissuto una vita intensa, forse non sempre in linea con le gerarchie
ecclesiastiche, ma sempre con posizioni chiare e nette sui temi del
lavoro, dell’occupazione, non si è mai risparmiato, sempre
disponibile al confronto, sia su temi di carattere politico sociale
che sulla pace, un tema di cui è stato un punto di riferimento
per molti di noi, ma anche delle generazioni successive.
Sono felice di averlo incontrato tre volte in un anno, di averlo ascoltato
al di fuori dei luoghi pubblici e mentre lo accompagnavo in auto, era
piacevole sentire il suo raccontare intervallato da anche qualche barzelletta.
Ero un giovane diciottenne e mi ricordo quando fece il suo primo ingresso
nella nostra città appena dopo la nomina a vescovo d’Ivrea,
una bella presenza la sua, autorevole e carica di simpatia ed
uno dei primi gesti che mi colpì molto fu quando lo vidi ritrarre
la mano per il bacio dell’anello, compresi più tardi che
ciò andava nella direzione di superare con quel gesto l’atto
di sottomissione nei confronti dell’autorità ecclesiastica
e mettere in pratica ciò che il Concilio Vaticano II° sanciva:
doveva essere la Chiesa a porsi al servizio degli altri.
Cambio
della guardia alla guida
della
sezione “Boris Bradac” dell’Anpi.
Dopo 13 anni, il presidente Vinicio Milani,
73 anni compiuti, s’è fatto da parte.
(da
LaVOCE 15/02/2023)
Nell’assemblea degli iscritti, tenutasi il 4 febbraio 2023, Milani
ha annunciato la sua decisione.
Una scelta per la verità nell’area: fin dal rinnovo del suo
mandato, aveva fatto sapere che ci sarebbe stato un avvicendamento prima
della scadenza del direttivo fissata al 2025.
La presidenza
passa dunque di mano a Maria Teresa Blatto, classe 1949,
coscritta di Milani e fino a qualche giorno fa vice presidente della sezione.
Il nuovo direttivo
dell’Anpi risulta dunque composto da, oltre a Blatto presidente,
Annalisa De Col vice presidente, Luigi Costanzo
segretario e i consiglieri Claudio Borio, Emiliano Dutto, Monica
Ferrero, Lucia Gugliotta, Bruno Guidolin, Michele Racco, Pippo Rampulla,
Massimiliano Tantillo, Paolo Vettori e lo stesso Milani, che
rimane nel consiglio con il ruolo di economo.
"Con questa decisione
non abbandono la nave ma faccio un passo a lato per dare una mano alla
neoeletta a continuare sulla linea condivisa con l’intero comitato
sulla scia del documento finale del congresso nazionale di un anno fa
- spiega Milani, in una lettera -. Sono stati anni molto impegnativi,
passando attraverso amministrazioni di centro destra e centro sinistra,
alla guida di un movimento passato da 64 iscritti a 154 e numerose sfide
e niziative nel nome dell'antifascismo e della memoria. Il referendum
costituzionale del 2016 divise l’opinione pubblica e la politica,
ma non la nostra sezione e i numeri dei tesserati sono rimasti gli stessi,
grazie anche ad un direttivo oeso e ai molti iscritti motivati”.
“Non faccio ringraziamenti
personali, ma desidero ringraziare tutte e tutti, di cuore, per il sostegno
materiale e morale ricevuto - prosegue -. Tutte le iniziative intraprese
ne sono la testimonianza: talmente tante e direi anche di qualità.
Tengo a ricordare, la collaborazione con Libera, con le Acli, con il Centro
Paolo Otelli, con gli amministratori locali, con l’Unitre (vedi
le pubblicazioni sulla Carta di Chivasso e sulla Liberazione dei Chivasso
e del Chivassese) e con coloro che hanno dato la loro disponibilità
a relazionarsi e condividere le nostre iniziative. Abbiamo promosso molti
incontri nelle scuole che hanno dato riscontri decisamente positivi. Abbiamo
parlato di Europa, promosso conferenze di storia e federalismo, abbiamo
permesso la visita ai luoghi della memoria, al Parlamento Europeo a Bruxelles,
e proprio grazie a questa costante e avvalorante attività abbiamo
stretto numerosi nuovi rapporti e nuove amicizie, frutto della passione
per i nostri temi: antifascismo, politica, società”.
“In questo
percorso abbiamo incontrato la pandemia e ne siamo venuti fuori, quasi,
ma sono addolorato, come tanti per le bombe e per le vittime che l’invasione
dell’Ucraina continua a produrre - continua ancora Milani -. Siamo
davanti alle miserie della guerra, a una sconcertante campagna d’informazione
mista di fake news e con una conseguente militarizzazione del dibattito
pubblico. Ringrazio l’Anpi nazionale e quei comitati provinciali
che in tutti questi mesi si sono prodigati con iniziative per la pace,
l’Anpi è un’associazione plurale in cui, per nostra
fortuna, ci possono essere anche opinioni diverse ma quando è ora
sanno essere uniti. Si chiama democrazia e ne sono orgoglioso. Tornando
al nostro quotidiano chivassese, bisogna dire che c’è ancora
tanto da fare e sebbene la nostra generazione stia per diventare del tutto
orfana dei protagonisti della Resistenza, spetta a tutte e tutti farci
carico di questa eredità”.
“Nell’ultima
assemblea abbiamo lavorato per coinvolgere sempre più gli iscritti
a entrare nel nostro comitato per dare nuova linfa e un futuro alla nostra
associazione - conclude l’ormai ex presidente -. Penso, e spero,
che il mio operato sia stato caratterizzato soprattutto dal dialogo e
dalla sintesi, tanto interna quanto con ogni realtà antifascista.
Reputo si debba proseguire lungo questa strada, comunicando a gran voce
la trasversalità dei partigiani e dei valori della Resistenza:
quindi dell’ANPI stessa”.
Maria Teresa
Blatto, montuese di nascita, cresciuta a Castelrosso dove è tornata
dopo un’assenza di più di trent’anni, ha lavorato per
trentotto anni presso Poste Italiane.
Raggiunta l’età
della pensione ha impiegato la sua esperienza prestando attività
di volontariato presso un’associazione di Torino che si occupa delle
famiglie delle persone con disabilità intellettive.
“Da quando,
nel 2013 - dice la neo presidente Anpi - ho seguito sempre con interesse
le attività e gli eventi che coinvolgono la città. Ho ricoperto
il ruolo di presidente durante l’ultima Consulta comunale per la
Legalità”.
“Nel corso
della mia vita - conclude Maria Teresa Blatto - ho sempre accettato le
novità e le sfide: per una crescita coerente con i miei valori,
non poteva quindi mancare l’adesione agli ideali fondanti dell’Anpi”.
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